Il nostro percorso dedicato alle reliquie dei santi a Roma inizia dalla basilica di Santa Croce in Gerusalemme, una delle sette chiese di Roma facente parte del tradizionale itinerario di pellegrinaggio reso celebre da san Filippo Neri. Fu edificata a partire dal IV secolo nel luogo dove erano i palazzi di Sant'Elena, la madre dell'imperatore Costantino, nei pressi del Laterano.
                      
La basilica fu costruita non per onorare la memoria dei martiri, come era tradizione, ma esclusivamente per conservare una parte della Croce di Gesù, insieme ad altre reliquie della Passione che, secondo la tradizione, sant'Elena fece trasportare a Roma di ritorno dal suo viaggio in Terra Santa, nel 325 d.C. Fu quindi pensata fin dall'inizio come un grande reliquiario, destinato a custodire testimonianze preziose della passione di Gesù. La basilica viene detta "in Gerusalemme" a causa della presenza di terra consacrata del monte Calvario che fu posta alla base delle fondamenta, terra trasportata sulle navi assieme alle stesse reliquie della Croce.

                             
 
All’interno della basilica sono custodite anche le spoglie di Antonietta Meo, detta familiarmente “Nennolina” dai suoi genitori. Antonietta viene alla luce a Roma il 15 dicembre 1930, in una famiglia di solidi principi morali e religiosi. È una bambina vivace ed allegra, con una gran voglia di giocare. Un giorno si fa male sbattendo il ginocchio su un sasso, nel giardino dell’asilo. Il dolore non passa, i medici diranno: “osteosarcoma”. Si dovrà amputare la gamba. Una lunga via crucis negli ospedali fino alla morte, fra atroci dolori, nel luglio 1937, a soli sei anni e mezzo. Nennolina ha lasciato un diario e più di cento letterine rivolte a Gesù, Maria e Dio Padre che rivelano una vita di unione mistica davvero straordinaria. Ora si attende che la Santa Sede - al termine del complesso iter introdotto alcuni anni fa presso il Vicariato di Roma - si pronunci favorevolmente sulla santità di questa giovanissima serva di Dio elevandola alla gloria degli altari. Nennolina diventerebbe in questo modo la più giovane santa, non martire, della storia della Chiesa. E’ stata dichiarata "Venerabile" da Papa Benedetto XVI in data 17 dicembre 2007.

                             
 
La tappa successiva del nostro itinerario è la basilica di San Giovanni in Laterano che custodisce in un tabernacolo, sull'altare gotico papale, due reliquie d'eccezione: le teste degli apostoli Giovanni e Paolo. Veneratissime nel passato, erano state poste nel 1369 entro due busti d'oro e argento tempestati di pietre preziose, realizzati dall'orafo senese Giovanni di Bartolo (o Giovanni di Stefano) per il papa Urbano V. Le due reliquie furono oggetto di un clamoroso furto avvenuto nel 1438, nella notte del 12 aprile, quando furono sottratte le pietre preziose che ornavano i reliquiari. L'indignazione e lo sbigottimento furono grandi, data l'importanza dei resti. Il sacrilegio era intollerabile. Scattarono le indagini e furono sguinzagliati sbirri, spie e confidenti. Le ricerche si rivelarono a lungo vane, ma poi una fatale ingenuità portò alla cattura dei colpevoli. Al mercato dei pellegrini, presso Campo de' Fiori, si trovavano le botteghe degli orafi e degli intagliatori di pietre. Un certo Servestro de Pallone voleva acquistare una perla di grande valore da un orefice. La perla, in realtà, faceva parte del santo bottino e l'orefice l'aveva ricettata da due sagrestani della basilica di San Giovanni. L'orefice chiedeva trenta ducati, ma il cliente trovava il prezzo esoso. Tra i due cominciò una lite, prima in sordina poi sempre più accesa e con insulti ad alta voce. I passanti e i bottegai della strada ci fecero caso. Osservando la scena, cominciarono a collegare i fatti e riportarono l'episodio alla polizia pontificia. I ladri furono subito identificati e arrestati, come pure il canonico di San Giovanni, Nicola di Valmontone, zio di uno dei due lestofanti, che aveva collaborato al furto. Il 22 agosto dello stesso anno, con una processione guidata dal pontefice, seguito da tutti i notabili della città, le pietre furono rimesse al loro posto. I colpevoli furono scomunicati e condannati a pene atroci: dopo esser stati appesi per quattro giorni in una gabbia a Campo de' Fiori, i due ladri e il canonico furono trascinati a terra dai cavalli fino a San Giovanni. Là messer Nicola fu impiccato ad un olmo. Gli altri due, dopo il taglio della mano destra, furono arsi. La storia dei due reliquiari con le teste degli apostoli continua nel 1799, quando furono rubati dalle truppe d'occupazione francesi - o, come qualcuno afferma, fusi da Pio VI per corrispondere a Napoleone la quantità d'oro richiesta nel trattato di pace di Tolentino tra Francia e Stato Pontificio - . Quelli che possiamo ammirare ancora oggi sono copie, fatte eseguire per devozione nel 1804 dalla marchesa di Villahermosa.

                            
 
Termineremo il nostro itinerario nella basilica di San Clemente al Celio. In questa basilica, consacrata da Papa Siricio nel 384 e ricostruita interamente agli inizi del XII secolo dopo l’incendio che la danneggiò nel 1084, possiamo venerare le reliquie di San Clemente, terzo papa della Chiesa, martire sotto l’impero di Traiano nel 99 d.C. Le sue reliquie furono riportate a Roma dall’Oriente nell’863, su iniziativa dei Santi Cirillo e Metodio; attualmente si conserva soltanto un frammento di calotta cranica del Santo, custodito all’interno dell’altare. La basilica di san Clemente è di grande importanza anche per la presenza del magnifico mosaico del catino absidale, risalente al XII secolo ma ispirato pienamente all’arte musiva del V secolo, e per la cappella di Santa Caterina, con gli affreschi di Masolino da Panicale e di Masaccio (1428).
 
Durata del percorso: 3 ore. Appuntamento all'ingresso della basilica di Santa Croce in Gerusalemme; termine in Piazza di San Clemente. Quota di partecipazione per il servizio guida euro 12 a persona, euro 6 per i minori di 14 anni, gratis sotto 6 anni. Info e prenotazioni: 0692939974; 0766840578segreteria@romoloeremo.com.

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