Castro Pretorio è il XVIII rione di Roma e deriva il nome dai Castra Praetoria, ovvero la caserma, realizzata per volere di Tiberio nel 23 d.C., dove alloggiava il corpo di guardia dell’imperatore. 

In questa zona, che era esterna alle Mura Serviane, un tempo aveva sede il Campus Sceleratus, un vasto appezzamento di terreno dove venivano sepolte le vestali che non avevano tenuto fede al loro voto di castità. 

Un primo importante intervento urbanistico si registrò tra il 298 e il 306 d.C. quando Massimiano fece erigere l’immenso complesso termale dedicato a Diocleziano, di cui Michelangelo nel 1562 inglobò i resti per edificare la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, mantenendone intatta la struttura.

Abbandonata nel corso del Medioevo l’area conobbe un periodo di rinnovamento prima durante il pontificato di papa Pio IV quando fu tracciata la Strada Pia ed eretta, su disegno del Buonarroti, Porta Pia e poi sotto Sisto V, il quale fece costruire qui la propria villa, Villa Peretti Montalto, e tra il 1585 e il 1590 fu promotore della riorganizzazione urbanistica, architettonica e estetica di Roma, avvalendosi della collaborazione dell’architetto Domenico Fontana. 

Una nuova urbanizzazione della città fu iniziativa di papa Pio IX che fece costruire, sul luogo dell’attuale confine con il Rione Esquilino, la Stazione Termini, dando lustro e occasione di sviluppo alla zona. 

All’indomani dell’Unità d’Italia, e a seguito della proclamazione di Roma Capitale, l’area fu interessata da un’intensa attività edilizia che ebbe come esito l’abbattimento delle sontuose ville patrizie, che occupavano la zona fin dal Cinquecento, per lasciare spazio ai grandi palazzi in stile umbertino eretti per volere dei piemontesi giunti in città. 

Lo stemma del rione è il labaro della Guardia pretoriana – ovvero l’insegna utilizzata quando l’imperatore accompagnava l’esercito – in oro su fondo rosso.

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