Il rione Ludovisi è il sedicesimo Rione di Roma, nato grazie a una convenzione stipulata nel 1886 tra la famiglia Boncompagni e il Comune di Roma. Il suo nome si deve al nipote di papa Gregorio XV, il cardinale Ludovico Ludovisi, potente diplomatico gesuita che nel 1621 costruì qui la sua villa che ben presto diverrà meta di artisti e studiosi accorsi per poter ammirare la straordinaria raccolta di marmi antichi restaurati da Bernini e Buzzi. 

Nell’Antica Roma era una zona fuori dalla città, priva di imponenti edifici e ricoperta di tombe, fino all’epoca tardo-repubblicana quando si popolò di sontuose ville abitate da personaggi illustri come Giulio Cesare e il senatore Sallustio, il quale fece edificare i celebri Horti Sallustiani. 

In epoca rinascimentale cominciarono a sorgere le prima ville del patriziato poi cancellate dall’urbanizzazione avviata nel tardo-Ottocento.

All’indomani dell’Unità d’Italia e della proclamazione di Roma Capitale, venne avviato un ampio intervento di riorganizzazione urbanistica della città che ebbe come esito la creazione di ampie strade adatte alla nuova mobilità. Fu così che nacque Via Vittorio Veneto che si costellò di villini signorili, palazzi nobiliari e alberghi di lusso. 

Solo nel primo trentennio del Seicento la costruzione di residenze nobiliari si accompagnò alla consacrazione delle chiese. 

Durante il periodo fascista la zona conobbe un ulteriore periodo di grande sviluppo e di cambiamenti al tessuto urbano e tra il 1925 e il 1935 furono edificati il Ministero delle Corporazioni, il Palazzo dell’INA – l’attuale Ministero dell’Industria – e venne aperta Via XXIII Maggio, nota con il nome di Via Leonida Bissolati. 

Lo stemma del rione raffigura, su campo rosso, un dragone e tre bande d’oro, simbolo araldico della famigliaBoncompagni-Ludovisi.

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