Sin dalle origini della sua storia, Roma presentò un legame strettissimo tra religione e magia. 

I pagani credevano nella magia, nel potere scaramantico e protettivo di statuette e amuleti, fino a promuovere la diffusione di oscuri culti misterici ed esoterici provenienti dalle terre orientali che promettevano la purificazione dell’anima. All’interno della sua splendida villa sul Colle dell’Esquilino, Mecenate, grande amico dell’imperatore Augusto, costituì un circolo di artisti e intellettuali che contribuirono all’affermazione della cultura greca e dei suoi culti, come quello per Pitagora. Allo stesso tempo, la conquista dell’Egitto e il trasporto di opere d’arte e obelischi mostrò a Roma gli enigmatici geroglifici, considerati delle formule magiche. 

 

 

 

All’interno dell’ottocentesca piazza Vittorio Emanuele, la più grande della città, si conserva un monumento misterioso ed eccezionale. La Porta Alchemica fu voluta, nel XVII secolo, dal marchese Massimiliano Palombara, lungo il muro perimetrale del suo giardino, perchè un giorno qualcuno possa riuscire a decifrare i simboli che vi fece incidere. Il marchese si intendeva di alchimia, una dottrina esoterica che ha come obiettivo la creazione della pietra filosofale in grado di trasformare i metalli in oro. Quando un uomo misterioso scomparve dalla sua casa lasciandogli un bigliettino con simboli e scritte incomprensibili, insieme ad una manciata di pagliuzze d’oro, credette di avere finalmente in mano la soluzione. Ma da solo non riuscì mai a comprenderne il significato.

 

 

 

Con la costruzione della piazza e del quartiere Esquilino, venne alla luce la più grande e antica necropoli di Roma. Essendo una zona silenziosa e abbandonata, sin dall’antichità il colle venne frequentato dalle streghe per i loro sabba. Su via Statilia si conservano resti a vista di una piccola parte dell’antico cimitero, con tombe della ricca famiglia degli Statili che qui avevano un’estesa proprietà. Tito Statilio Tauro venne fatto arrestare da Agrippina, la madre di Nerone, con l’accusa di praticare le arti magiche. Lui si suicidò pur di non raccontare le cerimonie che organizzava nella sua residenza.

 

 

Presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme morì papa Silvestro II. La sua passione per la matematica e l’astronomia lo rese un mago agli occhi dei fedeli, per i quali, la sua veloce ascesa, doveva celare un misterioso patto con il diavolo.  In San Giovanni in Laterano, si conserva la sua lastra tombale considerata un barometro della salute dei papi, di cui anticiperebbe la morte. Non solo, la storia della Basilica è ricca di vicende incredibili e leggendarie, come il processo al cadavere di papa Formoso e il volo delle streghe.

Appuntamento a Largo Brancaccio con la guida che sarà riconoscibile dal cartello Romolo e Remo, costo euro 12 per gli adulti, euro 8 per i minori di 18 anni, gratuito sotto i 6 anni. Per informazioni scrivere a segreteria@romoloeremo.com 

 

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