Nel Rione Trevi, di fianco a Palazzo Colonna, sorge la Basilica dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, l’unica a non essere stata edificata sui resti di edifici precedenti. La chiesa venne fatta erigere da Pelagio I e nel corso dei secoli fu oggetto dell’interessedi diversi pontefici, che ne ultimarono i lavori e si occuparono di avviare campagne di restauro. Alla fine del Quattrocento l’edificio sacro venne nuovamente ristrutturato per volere diSisto IV, committente del porticato a nove arcate su due ordini attribuito a Baccio Pontelli. 

A distanza di qualche secolo, nel 1702 Clemente XI commissionò a Francesco Fontana, la trasformazione della chiesa in forme settecentesche. Il nuovo edificio fu consacrato da papa Benedetto XIII nel settembre del 1724. La facciata neoclassica, realizzata su disegno di Giuseppe Valadier, è scandita da lesene e sormontata da un attico adornato dalle statue di Cristo e dei dodici apostoli, sui cui piedistalli sono incise tredici lettere che nascondono un elogio al cardinale Lorenzo Brancati, custode della Biblioteca Vaticana. 

L’interno della chiesa, ricco di decorazioni ad affresco e rilievi tombali, è a tre navate con pianta a croce latina, caratterizzata da tre absidi affiancate, delle quali quella centrale è decorata con un mosaico.

Le opere conservate all’interno della basilica sono capolavori di grandi maestranze: la pala che orna l’abside raffigurante il Martirio degli Apostoli Filippo e Giacomo, realizzata da Domenico Muratori nel 1704, l’affresco della volta con il Trionfo dell’Ordine Francescano di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio, il monumento funebre di papa Clemente XIV di Antonio Canova e gli affreschi di Antoniazzo Romano, per citarne alcuni. 

 

Questa dimora sacra ospita anche le sepolture di importanti personaggi come i cardinali Basilio Bessarione, Agostino Casaroli, Lorenzo Brancati e il compositore Girolamo Frescobaldi. 

Proprio la cappella funebre del Bessarione, dedicata alla Madonna, ai Santi Michele, Giovanni Battista ed Eugenia, nel 1959 è stata protagonista di un’importante scoperta da parte dell’architetto Clemente Busiri Vici, incaricato di ristrutturare gli spazi dell’adiacente palazzo Colonna. In quell’occasione, al di sotto di uno strato di scialbo fu rinvenuto un ciclo di affreschi, danneggiato dalle inondazioni del Tevere e da secoli ricoperto dalla settecentesca Cappella Odescalchi. 

 

 

I lavori hanno permesso di riportare alla luce i riquadri con le Storie di San MicheleArcangelo e le sue miracolose apparizioni, nella fascia superiore del registro centrale dell’abside, dove è visibile a sinistra la rappresentazione del Miracolo del toro sul Monte Gargano e nella scena di destra il sogno di S. Auberto a Mont Saint Michel, ricondotti allemani di Antoniazzo Romano, Lorenzo da Viterbo e Melozzo da Forlì. 

Nella calotta absidale restano parti delle nove schiere angeliche che circondavano il Cristo trionfante, mentre nel registro inferiore erano raffigurate le Storie di Giovanni Battista (oggi perdute).

In controfacciata, sulla parete d’ingresso, è possibile ammirare il dipinto devozionale con Cristo in trono affiancato da Maria, S. Giovanni Battista, S. Michele Arcangelo, Santa Eugenia e il cardinale Bessarione.

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