Gina Lorenzo Bernini nasce a Napoli il 7 dicembre 1598 e fin da bambino dimostra dimestichezza con l’arte scultorea, appresa dal padre, un noto scultore fiorentino trasferitosi nella città partenopea nel 1584 poiché aveva ottenuto importanti committenze. 

Nel 1606 Pietro Bernini si trasferisce con la famiglia a Roma, dove era stato chiamato da papa Paolo V Borghese per realizzare il proprio monumento funebre, da collocare nella sua cappella, nella Chiesa di Santa Maria Maggiore. 

La maestria e il talento dimostrato nell’affiancare il padre suscitarono l’interesse del papa e del Cardinale Nepote, Scipione Borghese che diverrà uno dei principali committenti del giovanissimo Bernini. 

Tra il 1616 e il 1624 Scipione Borghese gli commissionò quattro sculture a tema biblico e mitologico: Enea e Anchise, il ratto di Proserpina, David, Apollo e Dafne, oggi conservate alla Galleria Borghese. 

Bernini diventò presto autore di numerosi ritratti scolpiti e si narra che chiedesse ai suoi modelli di muoversi liberamente nello spazio in modo da poterne catturare le espressioni più naturali e spontanee per renderne al meglio la psicologia. 

 

 

 

Nel 1623 inizia il sodalizio con il cardinale Maffeo Barberini, appena eletto al soglio pontificio con il nome di Urbano VIII, che subito convocò l'artista in Vaticano per affidargli importanti progetti. Nel 1624 l’artista è impegnato nella realizzazione del Baldacchino di San Pietro, impresa che lo terrà occupato per ben nove anni e che susciterà molto clamore poiché il bronzo utilizzato per scolpire l’opera fu recuperato spogliando il Pantheon da tutte le decorazioni originali. Da questo evento nacque il celebre motto “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”. 

 

Nella Basilica Bernini lasciò anche un’altra celebre testimonianza della sua maestria scultorea, la Tomba di Urbano VIII, collocata nella nicchia destra dell’abside, commissionata nel 1628 e portata a termine dal 1639 fino ai tre anni successivi alla morte del papa Barberini. 

Ma il progetto più ambizioso e teatrale, per la mirabile fusione di architettura, scultura e pittura, fu l’Estasi di Santa Teresa, un gruppo scultoreo realizzato su commissione del Cardinale Cornaro, negli anni della maturità e conservato nella Cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria. 

Tra i tanti capolavori del poliedrico artista non può mancare di menzionare il colonnato ellittico di San Pietro, maestosa opera commissionatagli da papa Alessandro VII e che si rivelerà un intervento complesso e delicato, dovendo tener conto dei preesistenti palazzi, tra i quali anche la residenza del pontefice, che vincolavano lo spazio antistante la Basilica. 

 

 

Nel 1658 Bernini progettò la Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, uno degli edifici più rappresentativi dell’arte barocca per gli effetti di movimento e dilatazione dello spazio e per la ricchezza dei particolari decorativi.

Tra le innumerevoli opere berniniane figurano anche ponti, fontane e palazzi, tra i quali si ricordano la Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona o la Fontana del Tritone e quella delle api a Piazza Barberini. 

La carriera artistica del Bernini si concluse nel 1679, all’età di ottant’anni, con la realizzazione del busto del Salvatore (Salvator Mundi), conservato nella Basilica di San Sebastiano fuori le mura, lasciato in testamento all’amica e committente Cristina di Svezia e considerato perduto fino al 2001. 

Gian Lorenzo Bernini morì a Roma il 28 novembre 1680.

 

 

 

 

 

 

 

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