Roma è l’unica capitale europea ad aver conservato quasi per intero il circuito delle sue mura, costruite fin dalle prime fasi della sua millenaria storia, non solo con funzione difensiva ma anche religiosa, essendo considerate sante, poiché chiunque avesse osato violarle sarebbe stato punito. 

Tra i sistemi difensivi romani si possono annoverare le Mura romulee, erette nell’VIII secolo a.C. quando sarebbe stata fondata la città ad opera di Romolo. 

Di questa primitiva cinta muraria sono stati rinvenuti resti che ci restituiscono un’immagine del suo aspetto originario: era di forma quadrangolare, ricopriva un’area di 285 ettari e in essa si sarebbero aperte tre porte (la Mugonia, la Romanula e quella corrispondente alle Scalae Caci).

Le Mura serviane, attribuite secondo la tradizione all’epoca del re Servio Tullio, furono costruite nella metà del VI secolo a.C. La cinta muraria ora visibile è databile al IV secolo e venne realizzata all’indomani dell’invasione dei Galli nel 390 a.C., quando le mura si rivelarono insufficienti a contenere l’assalto dei nemici, con il tufo proveniente dalle cave di Grotta Oscura.

I blocchi formavano un muro che occupava, con i suoi 11 chilometri di lunghezza, una superficie di 426 ettari, sui quali si aprivano numerose porte; di queste si sono conservate solo la Porta Esquilina e la Caelimontana. 

La necessità di costruire una nuova cinta muraria fu evidente nel corso III secolo d.C. quando una grave crisi economica e politica rese evidente la debolezza dell’Impero. 

 

 

L’imperatore Aureliano, temendo un possibile attacco da parte dei barbari, promosse i lavori di costruzione delle nuove mura, costruite in mattoni, alte circa 6 metri e dotate ogni 30 metri circa di una torre a pianta quadrata. 

Nel IV secolo la nuova fortificazione venne rinforzata da Massenzio, anche se i lavori più cospicui risalgonoall’epoca di Onorio e Arcadio, quando di fronte al pericolo imminente dei Goti, Stilicone propose di raddoppiare l’altezza del muro, di creare sul precedente un nuovo camminamento di ronda e di rialzare e rinforzare le torri. 

Gli ultimi restauri risalgono al periodo delle guerre gotiche quando Belisario ordinò di rendere la cinta muraria una fortezza inespugnabile e furono costruite 18 porte principali, 383 torri, 7000 merli, 116 latrine e più di duemila finestre esterne.

Le Mura gianicolensi, così chiamate dal colle Gianicolo che le racchiude, furono realizzate per impulso di papa Urbano VIII durante la cosiddetta guerra di Castro, che vide rivali le due potenti famiglie dei Farnese e dei Barberini. Quando Taddeo Barberini, nipote del papa, rivolse le proprie mire verso il ducato di Castro e Ronciglione, di proprietà di Odoardo Farnese, lo zio temendo una sua controffensiva decise di costruire la cinta muraria. 

L’edificazione delle mura fu ultimata nel 1643 e queste andarono a sostituire di fatto il tratto transtiberino delle Mura Aureliane che, rese ormai inutili dalla nuova fortificazione, furono abbattute. 

Nel 1849 le Mura Gianicolensi protessero la città dagli assalti dell’esercito francese.

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