Situata nel cuore della capitale, fu costruita, durante il Rinascimento, sotto progetto del Buonarroti, inglobando parte delle adiacenti terme di Diocleziano. Più tardi vi lavorò anche il Vanvitelli, a cui si deve l’impianto interno più ricco e sontuoso. L’ampio spazio di questo edificio di culto comprende una serie di meraviglie artistiche e non solo, che non possono non essere ammirate se ci si trova in visita nella capitale.

 

 

Per iniziare, alcune illustri sepolture: quelle dei pittori Carlo Maratta (o Maratti) e Salvator Rosa.

 

La prima fu progettata dallo stesso artista che lavorò anche all’interno della basilica, in occasione del Giubileo del 1700,  nella cappella di San Bruno, ideandone le sfarzose decorazioni in cui è possibile riscontrare, nell’immediato,  diversi effetti illusori, come le finte colonnine verdi con venature chiare che fanno da amabile cornice alla grande e monumentale  immagine che adorna l’altare.

Quest’ultima raffigura la Vergine Maria con in braccio il Bambino e accanto San Pietro nell’atto di apparire a San Bruno e ad alcuni confratelli certosini, opera del pittore Giovanni Odazzi.

Sempre di Maratta la splendida tela situata nel presbiterio, raffigurante Il Battesimo di Cristo.

In essa è racchiusa la magnificenza della pittura dell’artista, enfatizzata da una elegante e delicata bellezza, conferita anche da un uso del colore luminoso e delicatissimo.

Sempre nel presbiterio è presente un altro capolavoro raffigurante San Sebastiano di cui è autore il Domenichino e anche un’opera  di Giovanni Francesco Romanelli ritraente la Presentazione al Tempio.

 

 

La seconda sepoltura a cui si è fatto in precedenza riferimento, è quella di salvator Rosa, grande paesaggista napoletano. Realizzata dal figlio, annovera la presenza di due angioletti che allegoricamente rappresentano la poesia e la pittura e il cui autore fu l’artista Bernardino Fioriti, scultore berniniano, soprannominato Focoso.

Nella basilica trova sepoltura anche Armando Diaz in un monumento funebre realizzato nel 1920 dall’architetto romano Antonio Muñoz.

Molto interessante è la cappella di San Pietro all’interno della quale è presente il dipinto di Girolamo Muziano che raffigura la consegna della chiavi a Pietro.

Pregevole anche la presenza nel transetto della basilica di un altro importante esponente della pittura settecentesca, quale Pompeo Batoni, con l’opera La caduta di Simon Mago, databile alla seconda metà del XVIII secolo.

A rendere speciale questo luogo è anche la presenza di una grande meridiana sul pavimento, costruita per volere del marchigiano papa Albani, meglio noto come Clemente XI, e commissionata  all’astronomo veronese Francesco Bianchini, sempre in occasione del grande Giubileo del 1700 e inaugurata dall’Albani stesso nel 1702.

Di pregio artistico anche l’angelo acquasantiera, opera di scuola berniniana, attribuita allo scultore Giovanni Battista Rossi, le cui ali sono dettaglio di grande bellezza e perizia artistica.

Solo questi alcuni dei tantissimi capolavori presenti in questa basilica romana. Assolutamente da non perdere!

 

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