In via Nazionale sorge un grande spazio espositivo multidisciplinare, il Palazzo delle Esposizioni, la cui storia inizia alla fine dell’Ottocento: in seguito alla proclamazione di Roma capitale del Regno d’Italia, nel 1871, si diede inizio a una serie di opere pubbliche per dotare la città di tutte quelle strutture di cui necessitava per assolvere alla sua nuova funzione. 

Il concorso per il Palazzo delle Esposizioni Nazionali di Belle Arti si situa proprio in questo contesto: realizzare un edificio che esaltasse la vocazione culturale della città. Si trattava della prima struttura in Italia dedicata alle Belle Arti pur non essendo un museo, allo scopo di documentare la storia antica passata e presente, istituendo anche un confronto con i modelli europei.

Nel 1876 fu indetto un primo concorso per la realizzazione del palazzo, il bando era piuttosto generico, non venivano specificate la designazione dell’area, che sarebbe stata scelta dai progettisti, né il capitale che sarebbe stato stanziato.

 

 

A distanza di poco più di un anno venne pubblicato un nuovo bando, con l’edificazione dell’area di via Nazionale, ritenuta la collocazione ideale per il carattere rappresentativo che l’edificio doveva assumere. In questa occasione furono presentati settantaquattro progetti, tra i quali risultò vincitore quello dell’architettoPio Piacentini accompagnato dal motto Sit quod vis simplex et unum. 

I lavori di costruzione furono avviati solo nel 1880 e l’edificio venne inaugurato nel 1883 con una cerimonia solenne alla presenza del re.

Negli anni successivi il Palazzo delle Esposizioni divenne sede permanente delle mostre della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, un’associazione di carattere fortemente conservatore che accoglieva gli artisti più rappresentativi dell’ambiente romano.

Dal 1913 al 1916 l’edificio ospitò quattro edizioni dell’Esposizione Internazionale d'Arte della Secessione, con il proposito di documentare quanto avveniva all’estero e in Italia, mentre nel 1931 divenne sede della prima Quadriennale che si svolge ancora oggi. 

 

 

Nel corso degli anni il palazzo fu oggetto di molteplici restauri che ne hanno modificato l’aspetto originario, oggi esso ci appare come una massa imponente che guarda alla tradizione classicista, con un ingresso principale caratterizzato da una profonda apertura centrale che ricorda un arco trionfale, mentre le lesene scandiscono le superfici laterali lisce. 

Sulle sommità compare la scritta commemorativa che ricorda l’edificazione sotto Umberto I, sormontata da un gruppo di statue che rappresentano l’Arte sorretta dalla Pace e dallo Studio, mentre sui quattro pilastri si ergono le personificazioni delle arti: l’architettura, la scultura, la pittura e l’arte industriale. Internamente l’edificio è suddiviso su tre piani che ospitano gli spazi espositivi, un auditorium, una sala cinema, una libreria, una caffetteria e un ristorante.   

 

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