Tante le vicende amorose che nei secoli si sono svolte tra le strade e le mura dei palazzi della città eterna e che hanno coinvolto uomini e donne noti e meno noti, ma che hanno inesorabilmente lasciato un segno nella memoria.

Cesare e Cleopatra sono di certo tra queste; un amore travolgente quello tra i due, che portò a risvolti tragici. Infatti, quando Cesare condusse con sè la regina a Roma, iniziarono a verificarsi episodi che non furono graditi al popolo romano e al senato tutto come, ad esempio, l’esposizione pubblica di una statua d’oro che raffigurava Cleopatra in veste di Iside. Tutto ciò sfociò poi nella famosa congiura delle Idi di marzo del 44 a.C., quando lo stesso Cesare fu assassinato. Indelebile la frase che quest’ultimo avrebbe pronunciato ed in cui esprimeva tutta l’amarezza per il tradimento di Bruto: “Tu quoque, Brute, fili mi”.

A testimoniare un'altra vicenda amorosa è l’obelisco del Pincio, fatto erigere dall’imperatore Adriano dopo la morte del suo giovane amante Antinoo, avvenuta nel 130 a.C. in tragiche e misteriose circostanze. Il monumento forse nasceva per completare la tomba del giovane, detta Antinoeion, a Villa Adriana, a Tivoli. 

L’imperatore, inoltre, divinizzò il ragazzo e fece diffonderne il culto nell’Impero con templi a lui dedicati. Non solo, lo celebrò fondando una città in Asia Minore che portasse il suo nome, cioè Antinopoli, dove ogni anno si tenevano dei giochi a lui dedicati. Presso il Museo Nazionale Romano è custodito anche uno splendido bassorilievo raffigurante Antinoo nelle vesti di divinità silvestre.

 

 

Percorrendo poi i secoli, abbiamo storie di artisti che hanno affascinato l’immaginario dei posteri. Pensando a Raffaello, ad esempio, non si può no parlare della sua nota “Fornarina”, ritratto femminile delicato e al tempo stesso di grande potenza espressiva. Si dice che questo rappresenti la donna amata dall’urbinate, una certa Margherita Luti, figlia di un fornaio trasteverino. Raffaello ne cinge il braccio con un bracciale che porta il suo nome, come una sorta di pegno d’amore.

 

E poi come non ricordare Caravaggio e la sua vita avventurosa e le donne, per la maggior parte prostitute della Roma del tempo, che lo stesso utilizzava come modelle per i suoi celebri quadri: Anna Bianchini, Maddalena Antonietti, meglio nota come Lena, Fillide Melandroni. Fu proprio quest’ultima casus belli dell’atto delittuoso di cui Caravaggio si macchiò nei confronti di Ranuccio Tomassoni.

 

E poi c’è Bernini e la vicenda amorosa con Costanza Bonarelli, moglie di un suo collaboratore e sua amante. L’artista si rese protagonista di un atto di grande violenza nei confronti della donna quando scoprì che questa aveva anche una relazione segreta con suo fratello.

Così, decise di vendicarsi e inviò un suo servitore a sfregiare il volto della bella Costanza, raffigurata tra l’altro, in uni splendido busto marmoreo oggi custodito presso il Museo Nazionale del Bargello a Firenze.

Queste solo alcune delle celebri storie di amori, ma anche tragedie della Roma antica.

Appuntamento in Piazza San Pietro nei pressi dell'obelisco. Quota di partecipazione: euro 12 a persona, euro 5 per i minori di 18 anni, gratis sotto i 10 anni. Per informazioni e prenotazioni chiamare il 3281640180, oppure scrivere a segreteria@romoloeremo.com, lasciando tutti i riferimenti per essere ricontattati; pagamento in loco alla guida, che sarà riconoscibile con un cartello Romolo e Remo.

Sei a 24 ore dall'evento e non è possibile più prenotare via e-mail. Contattaci ORA al numero 0692939974 per verificare la disponibilità