Il nome, che significa “riva” si riferiva a Ripa Grande, il principale porto fluviale della città che sorgeva su entrambi i lati del Tevere. 

Il IV secolo, periodo in cui il Cristianesimo era ormai imperante, l’area visse il periodo di maggior splendore, ai templi pagani furono sostituiti luoghi di culto cristiani e chiese, fino al V secolo quando le invasioni barbariche portarono alla devastazione e al declino della zona, che visse una fase di ripresa nel Medioevo, con l’arrivo, via fiume, sia di merci che di pellegrini, che approdavano nella sponda opposta del Tevere, quella di Trastevere, detta per questo Ripa Romea (i romei erano i pellegrini che giungevano a Roma), mentre la parte più vicina al fiume fu denominata Ripa Graeca per via della presenza di una numerosa comunità di greci – la Schola Graeca – che vi si stabilì dal IV secolo.

Solo alla fine del Seicento le strutture della Ripa Romea furono ricostruite e il porto prese il nome di Ripa Grande e fu completamente smantellato alla fine dell’Ottocento quando, lungo le rive del fiume, furono innalzati muraglioni per prevenire le frequenti esondazioni. 

Gli anni Venti del Novecento portarono prima ad una decisa riduzione del territorio del rione Ripa per lasciare posto ai Rioni San Saba e Testaccio e poi alla lottizzazione a villini dell’Aventino, che assunse le caratteristiche abitative che conserva ancora oggi. 

Tra i monumenti di maggior interesse della zona vi sono il Convento di Santa Sabina, l’ex Pastificio Pantanella e l’Istituto Pio IX. 

Lo stemma del Rione Ripa è una ruota di timone bianca su campo rosso, a ricordare lo scalo fluviale che dava lustro alla zona.

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