Il rione Sallustiano è il XVII rione di Roma, racchiuso tra via XX Settembre, via Boncompagni e corso d’Italia e istituito come altri nel 1921, a seguito del notevole ampliamento di cui la città fu protagonista tra il 1890 e il 1920.

In età augustea la zona faceva parte della VI regione Alta Sèmita, laddove si trovavano i cosiddetti HortiSallustiani – che le hanno dato il nome – una delle più magnifiche ville della Roma Antica, al cui interno sorgevano il Tempio della dea Fortuna, il Circo di Flora e persino un ippodromo.

Nel 410 d.C la zona fu ridotta in macerie dai Visigoti di Alarico e vennero tagliati tutti gli acquedotti della causando un massiccio spopolamento. 

Fu solo nel XVI secolo che si registrò una leggera ripresa del rione con l’apertura della via Pia e il ripristino di un acquedotto ad opera di papa Sisto V Peretti, seguiti nel 1608 dalla costruzione della chiesa di Santa Maria della Vittoria, a spese del cardinale Scipione Borghese, dove alcuni anni dopo Bernini scolpì la sua celebre Estasi di Santa Teresa, e dalla realizzazione della Villa Barberini, poi divenuta Villa Spithover a metà dell’Ottocento.

 

 

La zona, fino all'Unità d'Italia, rimase prevalentemente composta da ville e vigne e a seguito della Breccia di Porta Pia conobbe una progressiva urbanizzazione con conseguente scomparsa delle aree verdi, l’unica a salvarsi è quella in cui sorgeva la villa Cicciaporci Valenti Gonzaga, conosciuta come Villa Paolina da Paolina Bonaparte che vi abitò e sede, dal 1951, dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede.

Tra la fine degli anni Ottanta dell’Ottocento e i primi del Novecento furono realizzati altri grandi palazzi e pregevoli villini per la ricca borghesia e la nobiltà romana. 

Tra i monumenti d’interesse è d’obbligo citare Villa Boncompagni Ludovisi, la Basilica di San Camillo de Lellis, la già menzionata Chiesa di Santa Maria della Vittoria e la Porta Salaria, nelle mura aureliane, distrutta nel 1921 per l’apertura di Via Piave su piazza Fiume. 

Lo stemma rionale è caratterizzato dalla raffigurazione dello specchio di Venere Ericina (allusivo al tempio dedicato alla dea negli Horti Sallustiani) su fondo azzurro. 

 

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