Sulla via Laurentina, in località “Acque Salvie” si situa un complesso conventuale composto da tre chiese e da un monastero edificati sul luogo in cui sarebbe stato decapitato S. Paolo.

L’accesso al complesso è segnalato da una serie di tre archi, edificati al tempo di Onorio III, il più importante dei quali è il cosiddetto Arco di Carlo Magno, così chiamato perché nel XIII secolo le sue parti interne furono affrescate con un ciclo decorativo che celebrava la donazione all’abbazia di alcune proprietà nell’arcipelago toscano da parte di Leone III e Carlo Magno in segno di ringraziamento per la miracolosa intercessione delle reliquie di Sant’Anastasio che portarono alla conquista di Ansedonia. 

 

 

Appena varcato l’arco si ha una perfetta visione di tutti gli edifici: a sinistra il chiostro e il monastero e poi i tre edifici sacri.

Il nome “le Tre Fontane” deriva da una tradizione risalente al V sec. secondo la quale la testa del santo rimbalzando tre volte aveva fatto scaturire delle sorgenti d’acqua.

Inizialmente fu abitato dai Cistercensi, poi da Francescani e infine, dopo un lungo abbandono causato dalla diffusione della malaria, fu affidato ai Trappisti, i quali avviarono delle campagne di restauro e delle opere di bonifica per riqualificare il sito.

Quella di San Paolo è la più nota tra le tre chiese, risale al V secolo e la facciata in mattoni e travertino è caratterizzata dalla presenza delle statue dei Santi Pietro e Paolo, realizzate dallo scultore noto come Franciosino, attivo tra il XVI e il XVII secolo in Vaticano.

 

 

Il vestibolo, oltre ad essere decorato da altorilievi donati da papa Pio IX per ricordare due importanti eventi: il diciottesimo centenario della morte dell’Apostolo l’uno, e la vittoria dell’esercito pontificio sulle truppe garibaldine nel 1867 l’altro, presenta un prezioso pavimento musivo e la targa marmorea recante il nome del cardinale Pietro Aldobrandini, colui che nel 1599 aveva commissionato all’architetto Giacomo Della Porta il rifacimento della chiesa. 

Da questo spazio si accede alla navata composta da due cappelle laterali, sormontate da dipinti, tra i quali vanno annoverate la copia della Crocifissione di Guido Reni e la pala d’altare raffigurante la Decapitazione di San Paolo, opere del pittore bolognese Bartolomeo Passarotti.

Nell’edificio sacro sono anche conservati il ceppo marmoreo sul quale fu decapitato il Santo dedicatario, le tre fontane, inserite nelle edicole disegnate da Giacomo Della Porta e un prezioso pavimento musivo policromo proveniente dal Mitreo del Palazzo Imperiale di Ostia antica.

La chiesa più antica del complesso abbaziale è quella dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio, fu fondata nel 625 da Onorio I e poi integralmente ricostruita sotto Onorio III (1216-1227).

Il primo dedicatario fu Sant’Anastasio, un militare persiano vissuto nel VII secolo, che subì il martirio nel 624. La sua testa fu la prima reliquia pervenuta nel sito, alla quale si aggiunsero, nel 1370, quelle di San Vincenzo di Saragozza.

La costruzione si affaccia su un ampio spazio alberato vicino all’antico monastero nel quale Innocenzo II ospitò S. Bernardo di Chiaravalle e i suoi monaci.

L’interno a tre navate è a forma basilicale e conserva alle pareti, in mattoni, dei lacerti di affreschi cinquecenteschi e le grandi figure degli apostoli rappresentate sui pilastri della navata centrale.  

 

 

A destra della basilica, in cima ad un’alta scalinata, si erge la chiesa di Santa Maria in Coeli, edificata da Della Porta nel 1583 sfruttando i resti di un edificio preesistente e sorta nel luogo in cui, per ordine di Diocleziano, furono uccisi più di diecimila soldati cristiani.

L’edificio sacro prende il nome da una visione avuta da San Bernardo, il quale sognò una scala che dalla terra conduceva verso il cielo le anime purificate.

L’interno presenta una pianta a forma di ottagono nella quale si aprono cappelle laterali e un’abside al centro, il tutto abbellito da un mosaico risalente alla fine del ‘500 e attribuito a Francesco Zucchi.

Appuntamento in Via di Acque Salvie 1, quota di partecipazione euro 12 adulti, euro 6 minori di 18 anni, gratis sotto 10 anni. Per informazioni e prenotazioni chiamare il 3281640180, oppure scrivere a segreteria@romoloeremo.com, lasciando tutti i riferimenti per essere ricontattati; pagamento in loco alla guida, che sarà riconoscibile con un cartello Romolo e Remo.

 

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