Il rione Sant’Angelo custodisce un prezioso gioiello, la chiesa di Santa Caterina dei Funari, così chiamata poiché sorge nella parte di città un tempo occupata dalle botteghe dei fabbricanti di funi e nota, nel XII secolo, con il nome di Santa Maria Dominae Rosae o Sancta Maria in castro aureo, poiché si sosteneva che sorgesse sulle antiche rovine del Circo Flaminio. 

Una tappa fondamentale nella storia dell’edificio sacro è il 1534, quando papa Paolo III concesse la struttura a Sant’Ignazio di Loyola affinchè vi fondasse il Conservatorio di Santa Caterina della Rosa, conosciuto anche come “Compagnia delle Vergini Miserabili Pericolanti” poiché dava rifugio a ragazze, figlie di cortigiane e di donne di malcostume, che facilmente potevano cadere vittime della corruzione. 

Alcuni anni dopo, nel 1560, quando la Compagnia divenne a tutti gli effetti una Confraternita, lo stesso Ignazio chiese al cardinale Federico Cesi di finanziare la ricostruzione della chiesa, intitolata a Santa Caterina d’Alessandria, affidandone i lavori a Guidetto Guidetti, un allievo di Michelangelo.

 

 

L’architetto realizzò una facciata chiaramente debitrice dei modelli rinascimentali, caratterizzata da due ordini di paraste, impreziosita da una particolare decorazione a festoni di frutta e da un campanile eretto fruttando i resti una torre medievale, mentre all’interno progettò un’unica navata con copertura a volta, attorno alla quale si aprivano tre cappelle per lato nelle quali sono custoditi straordinari capolavori dei più importanti artisti del manierismo romano.

Nella cappella dedicata da Gabriele Bombasi, dal quale prende il nome, è conservata la pala d’altare raffigurante Santa Margherita, realizzata tra il 1597 e il 1599 da Annibale Carracci, e nella cimasa l’Incoronazione di Maria di Innocenzo Tacconi su disegno dello stesso Carracci.

 

 

Tra le altre meraviglie vi sono la pala con la Deposizione del Muziano, autore anche della decorazione pittorica realizzata con la tecnica dell’olio su ardesia, custodita nella cappella Ruiz, grande capolavoro del Vignola per l’abate Filippo Ruiz; l’Assunzione di Scipione Pulzone, rimasta incompiuta per la sopraggiunta morte del pittore, che impreziosisce l’altare della Cappella Solano della Vetera, progettata da Ottaviano Mascarino e il ciclo di affreschi dedicati alle Storie di Santa Caterina, realizzati da Federico Zuccari nella Cappella Cesi.

Nel 1940 la storia del complesso ebbe un risvolto tragico, l’annesso convento fu demolito e mai ricostruito, gettandolo in un profondo stato di abbandono e incuria dal quale uscì all’indomani di una importante campagna di scavo che riportò alla luce la Crypta Balbi, che oggi è uno dei quattro poli espositivi del Museo Nazionale Romano.

Appuntamento all'ingresso della chiesa in Via de Funari, costo servizio guida euro 13 costo biglietto euro 5. Per info e prentoazioni scrivere a: segreteria@romoloeremo.com oppure inviare un messaggio whatsapp al 3281640180.

 

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