Quello che si presenta davanti ai nostri occhi è uno dei complessi monumentali più stratificati presenti a Roma.

La ricchezza delle vicende storiche che avvolgono questo luogo è evidente già quando si cerca di capire chi sono i santi a cui è dedicata la chiesa. Esistono, infatti, due versioni. Nella prima non si parla di quattro , ma di cinque uomini che vissero sotto l’impero di Diocleziano e che di mestiere facevano gli scalpellini. Nella seconda si tratterebbe di quattro soldati romani alle dipendenze dello stesso imperatore. In entrambe le storie, le vicende umane di questi uomini terminano con il martirio.

 

 

Nel IV sec. d.C. i cataloghi regionari testimoniano la presenza sul Celio di 127 domus ( alcune di proprietà  senatoria o addirittura imperiale) ed è probabile che proprio una di esse occupasse quest’area. Una conferma di ciò sarebbero le imponenti strutture che delimitano una vasta aula absidata. Quest’aule fu utilizzata come luogo di culto cristiano.

Sappiamo che prima dell’anno 595 all’interno delle strutture della domus fu inserito un titulus ( istituzione simile ad una parrocchia).

L’edificio fu ricostruito nel IX sec dal cardinale titolare che poi divenne papa con il nome di Leoni IV (847 - 855). In quest’epoca fu realizzato, come ingresso, un portico dominato da una massiccia torre.  Da qui si accedeva al monumentale quadriportico, attraversato il quale si entrava nella basilica a tre navate con cripta semianulare (dove Leone IV fece traslare una quantità impressionante di reliquie). Sul fianco destro si trovava un fabbricato destinato probabilmente alla residenza del clero.

L’incendio normanno del 1084 provocò ingenti danni, tra cui il crollo della navata  centrale e di parte dell’abside.

Fu Pasquale II (1099 - 1118) che avviò la ricostruzione con una notevole riduzione dello spazio sacro (corrispondente all’attuale basilica). Fu restaurata solo metà della navata centrale della vecchia basilica.

Dal XII al XIV la chiesa fu affidata ad una comunità monastica benedettina. Le strutture abitative dei monaci erano su parte della vecchia navata sinistra dove avrebbero realizzato il chiostro.  La decadenza del complesso monastico iniziò intorno al 1315. Nel corso del XIII secolo la residenza del clero titolare fu trasformata in un grande e lussuoso palazzo dotato di torri. L’edificio di maggiore interesse realizzato in quest’epoca è la Torre Maggiore dove c’erano gli ambienti di rappresentanza affrescati.

Nel corso dei secoli XIV-XVI ci fu una perdita di interesse per il palazzo. Alla metà del XVI secolo tutto il complesso versava in condizioni di grave degrado.

Papa Pio IV nel 1560 assegnò il complesso dei SS. Quattro Coronati all’arciconfraternita di Santa Maria

della Visitazione e degli orfani.

 

 

Nel 1570 vi trovò sede anche l’università dei marmorari, che nel 1577 acquistò la cappella di S. Silvestro.

Dagli inizi del XX secolo sono stati effettuati numerosi restauri per mantenere e valorizzare gli aspetti artistici del complesso.

All’interno della chiesa sono visibili resti di affreschi medioevali della metà del XIII e del XIV secolo. Nella navata sinistra l’altare di S. Sebastiano, il più venerato della basilica. L’abside è affrescato con la Gloria di tutti i Santi (1623). Dalla navata sinistra si accede al chiostro cosmatesco del XIII secolo.

Dal secondo portico, sulla destra è possibile visitare la stanza del calendario, chiamata così per gli affreschi del secolo XIII tornati alla luce nel 1913. Vi sono raffigurate le personificazioni dei mesi dell’anno con pergamene del calendario con la scrittura gotica. La particolarità è proprio la presenza del testo scritto, che era comune nei codici miniati, ma non in pittura.

Accanto si trova la cappella di San Silvestro (visitabile lasciando un’offerta alle suore). Vi sono conservati splendidi affreschi che narrano la storia di papa Silvestro (314-335) e un giudizio universale in controfacciata (tutti del secondo quarto del XIII secolo).

Appuntamento in Via dei Santi 4 n 20, Quota di partecipazione euro 25 a persona comprensivo di ingresso e servizio guida. Info e prenotazioni: per telefono o sms  cell. 3281640180; via mail scrivendo a segreteria@romoloeremo.com, indicando nome del referente della prenotazione, numero dei partecipanti ed un recapito telefonico.  La guida avrà un cartello ROMOLO E REMO.

 

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