Tra la Piramide Cestia e Porta San Paolo, nel rione Testaccio, sorge un luogo popolato da sepolture di artisti e poeti stranieri, conosciuto come “cimitero degli inglesi”, ma in passato era un semplice terreno pubblico utilizzato per il pascolo del bestiame. 

Il cimitero acattolico nacque nel 1716 circa, quando Papa Clemente XI, nel rispetto delle leggi ecclesiastiche della Chiesa cattolica, che vietavano la sepoltura di coloro che non appartenevano alla fede cattolica, nelle chiese cattoliche o in terre consacrate, concesse ad alcuni membri della famiglia Stuart, in esilio dall’Inghilterra, di essere sepolti di fronte alla Piramide.

Da allora questa concessione fu estesa a protestanti, ebrei, non ortodossi, suicidi e attori, che venivano tumulati, durante la notte, sia per rispetto della legislazione pontificia, sia per diminuire i rischi di rappresaglie mosse dall’intolleranza religiosa.

 

 

Nel 1824 Leone XII, per far fronte alla richiesta sempre maggiore di spazio per la sepoltura e arginare le manifestazioni violente, promosse lo scavo di un fossato, poi sostituito dopo circa cinquant’anni da un muro perimetrale che cingeva un altro lotto di terra adiacente, concesso dalla Santa Sede, chiamato il “Nuovo Cimitero”.

Questo complesso fu ampliato più volte nel corso del XIX secolo e dotato di una cappella, eretta, grazie al finanziamento della Chiesa Luterana, sul terreno che era stato da poco acquistato dall’Ambasciata tedesca.

Durante una campagna di scavo condotta nel 1929 furono ritrovati i resti, coperti da una placca a forma di scudo con incisa un’iscrizione, di una delle tombe più antiche, appartenuta a George Langton.

Tra cipressi, pini, mirti, allori e piante spiccano quattromila lapidi monumentali, tra le quali figurano quelle dei poeti inglesi Keats e Shelley, site nella “parte antica” del cimitero, mentre nella “parte nuova” sono custodite le tombe dello storico comunista Antonio Gramsci, dello scrittore Carlo Emilio Gadda, del figlio di Goethe.

 

 

Vero capolavoro è lo struggente Angelo del dolore, una scultura realizzata dallo statunitense William Wetmore Story a copertura della tomba della moglie Emelyn. Il monumento funebre ospita anche le spoglie dell’autore, deceduto poco dopo aver completato la sua opera, e del figlio Joseph, morto a sei anni nel 1853. Due particolari accomunano tutte le sepolture, la prima è l’assenza di fotografie sulle lapidi e la seconda è la presenza di iscrizioni in più di quindici lingue diverse.

Nel 1918 il Cimitero fu dichiarato Zona Monumentale d’Interesse Nazionale.

 

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