Palazzo della Cancelleria, oggi sede dei Tribunali della Santa Sede, fu eretto alla fine del Quattrocento per volere del cardinale Raffaele Riario, nipote e camerlengo di Papa Sisto IV della RovereQuesta lussuosa dimora rinascimentale, che sorge alle spalle di Campo de’ Fiori, conserva al suo interno un prezioso gioiello, la cosiddetta Sala dei Cento Giorni, così chiamata poiché il Vasari ottenne l’incarico di portare a termine la decorazione ad affresco del salone in soli cento giorni, come testimonia un’epigrafe nella stessa salaGli affreschi erano stati commissionati al pittore aretino nel 1546, grazie all’intercessione di Paolo Giovio, dal cardinale Alessandro Farnese, desideroso di impreziosire questo ambiente di rappresentanza al piano nobile e di celebrare la centralità del Vaticano.

 

 

Il ciclo decorativo, in pieno stile manierista, faceva parte di un progetto di gran pregio, sfruttando la tecnica del trompe-l’oeil per realizzare una serie di riquadri raffiguranti episodi della vita di papa Paolo III Farnese(nonno del prelato committente) come la consegna agli ambasciatori dei dispacci della Cancelleria, l’incontro con Carlo V d’Asburgo e Francesco I di Valois avvenuto a Nizza nel 1538, la costruzione di San Pietro e la remunerazione delle virtù. Le quattro scene che occupano i riquadri sono inserite in uno spazio illusionistico insolito, ricco di figure allegoriche, architetture e sculture dipinte, sovrastate da un dorato soffitto a cassettoni.  Alla grande chiarezza visiva contribuiscono anche le numerose scritte a corredo delle scene, permettendo all’osservatore di leggere immediatamente l’opera e di riconoscere le figure e il messaggio sotteso alla rappresentazione.

Nel celebre volume “Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori”, Vasari descrisse nel dettaglio la progettazione, la commissione e l'esecuzione di questi affreschi che però non furono apprezzati da Michelangelo durante una visita al Palazzo, ritenendo il risultato poco soddisfacente a causa del breve tempo di consegna, e dallo stesso Farnese, il quale affermò che i ritratti non gli piacessero affatto. 

La decorazione della Sala dei Ceto Giorni rappresenta ancora oggi un unicum nel suo genere grazie ad elementi peculiari come la presenza delle scalee, che partendo dal pavimento collegano idealmente lo spettatore alle storie narrate, l’alto basamento e l’effetto illusionistico. 

 

 

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