In età romana, sul colle Vaticano fu edificato da Nerone un grande circo, nel quale fu martirizzato l’Apostolo Pietro. Le sue spoglie furono sepolte nelle vicinanze e, più di 250 anni dopo, Costantino costruì sopra la tomba di Pietro una splendida basilica.
 
 
                                        


Nel corso dei 68 anni durante i quali la residenza dei papi fu relegata ad Avignone, la basilica costantiniana fu trascurata a tal punto che qualunque restauro fu ritenuto inutile. Nicolò V stabilì di ricostruirla ex novo, affidando il progetto al Rossellino: tuttavia, per la morte del papa i lavori furono sospesi.

Toccò a Giulio II (1503-1513) dare inizio alla nuova Fabbrica di San Pietro, dando commessa al Bramante di elaborare il progetto ed iniziare la costruzione dei lavori in quello che sarebbe divenuto un interminabile cantiere, durato ben 176 anni. Negli anni successivi seguirono altri progetti, finché Michelangelo, quasi settantenne, non diede inizio alla costruzione della cupola. Dopo la sua morte il lavoro proseguì secondo il suo progetto che prevedeva la ripresa della pianta a croce greca, già adottata dal Bramante; tuttavia, sotto Paolo V (1605-1621), il Maderno decise in via definitiva l’impianto a croce latina.

La costruzione della cupola della basilica procedette tra ostacoli e difficoltà di vario genere: Michelangelo ne aveva iniziato la realizzazione in età avanzata, nel 1546, così, dopo la sua morte (1564), era stato finito soltanto il tamburo. Il lavoro fu portato a termine nel 1589 da Giacomo della Porta e Domenico Fontana.

Il colonnato della maestosa piazza è il capolavoro del Bernini, e costituisce uno scenografico insieme magistralmente connesso alla facciata della basilica. Le due grandi ali aperte a semicerchio intendono simboleggiare le braccia della Chiesa, protese per accogliere l’umanità intera. Al Bernini dobbiamo anche il progetto delle 140 gigantesche statue che ornano la sommità del colonnato, realizzate con l’aiuto degli allievi.

L’obelisco, proveniente dal vicino Circo Neroniano, fu collocato nella attuale posizione al centro della piazza da Sisto V, che incaricò del lavoro Domenico Fontana: l’erezione dell’obelisco suscitò meraviglia e stupore nel popolo di Roma. La lunghezza dell’interno della basilica è di 186,36 metri; la lunghezza esterna, portico compreso, è di 211,50 metri; il soffitto è alto 44 metri. Le arcate della navata centrale sono alte 23 metri, quasi come l’obelisco della piazza; la cupola, internamente, è alta 119 metri, cui bisogna aggiungere i 17 metri della lanterna; il diametro della cupola è di 42 metri. Il baldacchino sovrastante l’altare è alto bel 29 metri, quanto Palazzo Farnese.

Le dimensioni enormi della basilica si percepiscono non tanto al momento dell’ingresso, quanto procedendo nella visita, ed accorgendosi man mano di alcuni particolari che visti da una certa distanza sembrano di dimensioni normali, ma da vicino appaiono giganteschi. 
All’interno, l’altare maggiore, proprio sotto la cupola, sorge in corrispondenza della tomba di San Pietro, identificata esattamente all’interno della Necropoli Vaticana grazie agli scavi degli anni Cinquanta e Sessanta.

L’altare è sovrastato dallo splendido baldacchino, opera del Bernini, sorretto da quattro colonne a tortiglione realizzate con il bronzo ricavato dal Pantheon. Nella prima cappella della navata destra è la celeberrima Pietà, eseguita e firmata da Michelangelo ventiquattrenne: la Vergine, ritratta con dolcissime fattezze di giovinetta, regge sulle ginocchia il corpo esanime del figlio, che sembra avvolto nel sonno tale è il senso di serenità e di beatitudine che promana dal capolavoro.

Durata 1 h e 30'.

Appuntamento di fronte all'edicola situata sotto il colonnato destro di Piazza san Pietro, all'angolo con via di Porta Angelica.

Quota di partecipazione euro 13 adulti, euro 8 minori di 18 anni, gratis sotto 6 anni. Per informazioni e prenotazioni chiamare i nn. 0692939974 cell. 3281640180, oppure scrivere a segreteria@romoloeremo.com, lasciando tutti i riferimenti per essere ricontattati; pagamento in loco alla guida, che sarà riconoscibile con un cartello ROMOLO E REMO.


 

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