L’Isola Tiberina, posta al centro del Tevere, davanti all’antichissimo mercato del Foro Boario e al porto fluviale, era situata in un punto di grande importanza per la comunicazione tra le due sponde. Nonostante questo, piuttosto scarse sono le notizie riguardanti l’isola, che sembra entrare nella storia soltanto con i racconti della sua leggendaria formazione. Dalle fonti (Livio, Dionigi di Alicarnasso e Plutarco) si apprende che nel 509 a.C., al momento della caduta dell’ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo, fu gettato nel fiume tutto il grano mietuto nei terreni che questi possedeva in Campo Marzio. Dal cumulo dei fasci di grano si sarebbe formata l’isola, poi monumentalizzata in opera quadrata e tufo nella prima metà del I a.C.a forma di nave, inricordo del viaggio intrapreso dagli ambasciatori romani ad Epidauro per chiedere al dio Esculapio di porre fine alla peste. Arrivata davanti all’isola Tiberina, dall’imbarcazione sarebbe uscito il serpente (simulacro del dio),  salito a bordo all’insaputa di tutti, che andò a creare la sua tana nel punto dove sarebbe nato il tempio a lui consacrato, il Tempio di Esculapio, a sud dell’isola. Nella parte settentrionale furono costruiti  piccoli santuari legati a culti particolari, ora situati fra le fondamenta dell' Ospedale Fatebenefratelli edificato nella seconda metà del XVI secolo. 

 

 

 

 

Questo luogo così suggestivo fu scelto dall’imperatore Ottone III, che nel 997 fondò la Chiesa di San Bartolomeo in onore dell’amico Adalberto vescovo di Praga, proprio al di sopra del Tempio di Esculapio.  I resti di uno dei più importanti luoghi sacri della Roma repubblicana e imperiale, sono stati ritrovati a una quota di 3,5 m al di sotto della chiesa attuale. Ottone III arricchì inoltre la basilica di reliquie di santi, tra cui quelle di San Paolino da Nola e dell’apostolo Bartolomeo. 

Nel XII sec., durante il pontificato di Pasquale II prima e  di Alessandro III poi, la chiesa fu completamente rifondata; gli interventi portarono alla configurazione tuttora visibile nelle sue linee essenziali. Altri lavori si susseguirono nel corso dei secoli, fino al 1557 quando una disastrosa inondazione danneggiò in maniera irreparabile la facciata con i suoi mosaici distruggendo anche la decorazione pittorica e musiva all’interno. Seguì un breve periodo di abbandono, durante il quale le reliquie dell’Apostolo Bartolomeo furono trasferite nella Basilica Vaticana. Nel 1583 il cardinale Santoro patrocinò il rifacimento della facciata, della navata destra e della zona presbiteriale e il ritorno delle reliquie del Santo deposte nella vasca di porfido rosso che ancora oggi è a basamento dell’altare maggiore. 

 

 

 

Al XVII secolo risalgono gli affreschi di quattro delle sei cappelle laterali della basilica ad opera di Antonio Carracci - nipote del più celebre Annibale- e l’esecuzione della nuova facciata, del soffitto ligneo e di altri interventi minori. Nel 1798 la chiesa fu occupata dall’esercito francese, il quale, durante l’assedio avvenuto circa cinquanta anni più tardi, scagliò una palla di cannone dalla Via Aurelia che entrò nella chiesa e andò a conficcarsi sull’altare della cappella della Vergine, situata a destra del transetto, dove ancora si trova.

Durante i tragici mesi dal settembre del 1943 al giugno del 1944 la basilica dette rifugio a decine di ebrei.

 

L’interno, diviso in tre navate da colonne di spoglio del I-II sec. a. C., conserva il presbiterio del primitivo basilica nella cui scale che lo precede è collocata la vera del pozzo che costituisce il legame con l’antico tempio di Esculapio. Nella navata centrale presenta una ricca decorazione a stucco settecentesca, mentre nelle navate laterali si aprono sei cappelle con pregevoli affreschi, che conservano le reliquie dei martiri.

Nella cripta,crollata durante la piena del 1557 insieme all’abside sovrastante, si possono rintracciare non solo le vestigia dell’antica basilica ma anche quelle del tempio romano. Il Cardinal Nepote Francesco Barberini finanziò nel 1638 la costruzione del convento francescanoa sinistra della facciata, simmetricamente all’edificio costruito nel XVI secolo e distrutto durante la costruzione dei muraglioni del Tevere. 

 

Nel Settecento alcune importanti istituzioni religiose si insediarono in S. Bartolomeo, tra queste la Confraternita dei Devoti di Gesù al Calvario e di Maria Santissima Addolorata in sollievo delle Anime del Purgatorio. Fondata nel 1760, era chiamata  Confraternita dei Sacconi Rossi per il caratteristico abito usato durante le processioni; i membri avevano l’incarico di raccogliere i cadaveri che nessuno reclamava, sia quelli abbandonati che quelli annegati nel fiume, dandoonorata sepoltura a quelle anime “che penano nel carcere del Purgatorio”.  La Confraternita fu inizialmente accolta dai Frati Minori Francescani della Basilica di San Bartolomeo all'Isola Tiberina e successivamente acquistarono dai Frati Minori il locale a tre navate, già destinato a magazzino, posto al piano terra dell'ala sinistra del Convento per trasformarlo in oratorio. Nel 1784 fu concesso alla confraternita di ricavare, al piano seminterrato sotto l’oratorio, una cripta-cimitero per dare sepoltura ai confratelli defunti. Fu usato fino al 1836 quando, a causa delle epidemie di colera,  papa Gregorio XVI decretò che le sepolture avvenissero esclusivamente al cimitero del Verano. 

 

L’abolizione di tale privilegio segnò la decadenza della Confraternita che subì un ulteriore colpo durante la repressione della Repubblica Romana, Ricostituiti dopo varie vicende nel 1989,  ogni 2 Novembre, al tramonto, viene celebrata una S. Messa nella chiesa di S. Giovanni Calibita. Segueuna processione al lume delle candele lungo le rive del Tevere che si conclude con il lancio di una corona di fiori nel Tevere in omaggio ai defunti.

 

 

Durata 1 h e 30'.

Nel caso in cui il gruppo superi i 15 partecipanti sarà richiesto un costo aggiuntivo di euro 2 per il noleggio degli auricolari.

Appuntamento all'isola tiberina di fronte alla Basilica di san Bartolomeo; termine a Piazza delle Cinque Scole; quota di partecipazione euro 15 adulti, euro 8 minori di 18 anni, gratis sotto 6 anni. Per informazioni e prenotazioni chiamare il 3281640180, oppure scrivere a segreteria@romoloeremo.com, lasciando tutti i riferimenti per essere ricontattati; pagamento in loco alla guida, che sarà riconoscibile con un cartello Romolo e Remo.

Sei a 24 ore dall'evento e non è possibile più prenotare via e-mail. Contattaci ORA al numero 0692939974 per verificare la disponibilità